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domenica 30 novembre 2008

Salsa di soia

Sbagliare è umano.
Ieri sera siamo stati in un ristorante giapponese di Sesto San Giovanni, niente di particolare, l’unica anomalia per essere un ristorante giapponese è la possibilità di scegliere anche piatti di cucina italiana, pizza, spaghetti carne o pesce cucinati secondo la nostra usanza. È chiaramente un’anomalia perché fino ad ora mi è capitato di vedere ristoranti cinesi con pizzeria, oppure pizzerie gestite da egiziani, ma quest’abbinamento onestamente non lo avevo mai visto.
Sinceramente non era la prima volta che andavamo in questo ristorante e la motivazione è stata sempre la stessa: la voglia di mangiare fuori senza però essere tutti d’accordo su cosa mangiare.
Infatti, non è raro iniziare con «stasera mangiamo fuori?» ma dopo pochi minuti trovarsi tutti su posizioni differenti, «io voglio mangiare giapponese», «io pizza», «io cinese», «a me invece andrebbero due spaghetti», che casino, la soluzione sono proprio questi posti che in tutta onestà non offrono una qualità eccelsa in ciò che propongono, ma accontentano un po’ tutti.
Il locale quindi è l’ideale per comitive dai gusti diversi proprio come noi ieri sera.
Il mangiare giapponese è solitamente servito accompagnato dalle salse tradizionali, per esempio, la
salsa di soia. È proprio la salsa di soia il bivio della serata, perché quando la cameriera si è approssimata al nostro tavolo con una piccola torre composta da piattini destinati a contenere le salse e una piccola teiera contenente proprio la salsa di soia, forse a causa di una piccola scossa sismica nell’avambraccio destro… splash, signore e signori, eccovi servita la salsa di soia … sui giacconi.
«Noo cacchio» questa è stata l’esclamazione della povera cameriera, noi abbiamo provato a tranquillizzarla «non si preoccupi, niente di grave» ma avvolti da un forte odore di salsa e nell’imbarazzo generale, riprendere la nostra cena come se niente fosse, non è stato semplice, però ci siamo riusciti, abbiamo cenato, chi con la pizza chi con il
sushi o sashimi, abbiamo preso il dolce e dopo aver scambiato due chiacchiere, ci rechiamo alla cassa per pagare.
È a questo punto che succede una cosa alquanto imbarazzante, e dire imbarazzante è poco perché la cameriera/cassiera anziché porgermi il conto, allunga una banconota da 20 € «siamo a posto così, questi sono per la lavanderia».
Preso così, senza un minimo preavviso, resto praticamente imbambolato, ma, l’imbambolamento dura un secondo, poi, inizia il valzer del “no, senta, non è proprio il caso, per noi non è successo nulla…” la posizione della cameriera/cassiera però non cambia nemmeno di un millimetro, in sostanza ci ha costretti quasi a scappare, voleva offrirci, amari, liquori, caffè, dolci…
In auto, tornando a casa, riconsiderando l’accaduto, mi domandavo quante volte, nella vita mi è capitato in un ristorante di avere a che fare con persone che ammettono senza nessun problema di aver sbagliato e addirittura non ti presentano il conto, ancora adesso, dopo quasi un giorno, non sono riuscito a ricordare niente di simile.
Sbagliare è umano, ammetterlo, richiede una grande umanità.



giovedì 27 novembre 2008

Culo 10, anima 1

La crisi di questi giorni è senza dubbio un banco di prova molto impegnativo per molti, lo è per tutti i dipendenti pubblici e/o privati che stanno perdendo il posto di lavoro, lo è per tutti i pensionati che la loro vita lavorativa la hanno alle spalle, lo è per i piccoli commercianti.
Lo è anche per gli imprenditori.
Gli imprenditori si dividono in molte categorie, oggi ho avuto modo di comprendere meglio il modo di ragionare del mio attuale datore di lavoro, così l’ho potuto collocare nella categoria degli imprenditori che hanno “piùculocheanima”
Il culo lo hanno perché sono stati sfacciatamente fortunati, sono nati in famiglie benestanti che magari avevano già un’attività propria che gli ha permesso di poter tentare una loro strada, il culo lo hanno perché ci vuole proprio una bella faccia da culo a lamentarsi in continuazione dei propri dipendenti che a loro dire non li rappresentano e non capiscono niente di ciò che fanno.
Non hanno anima perché in un momento di crisi come questo non hanno il minimo scrupolo a lasciare a casa, senza un lavoro, senza un reddito, i loro dipendenti, quelli che magari prima di ricevere il benservito si facevano in quattro per mandare avanti nel migliore dei modi il loro lavoro.
Cari imprenditori con “piùculocheanima” come siete soli, non avete nessun amico, tutti cercano di fottervi, in vostra presenza tutti i vermi strisciano ai vostri piedi, ma appena vi allontanate ricevete tonnellate di “veleno e feci” ( che bella immagine vedere certa gente completamente sommersa dalla merda) cari imprenditori con “piùculocheanima” avete mai pensato anche solo per un secondo, magari di notte mentre siete nel vostro letto a ricaricarvi dalle fatiche di una giornata passata a umiliare tutti quelli che sfiorate, avete mai pensato, dicevo, che fate proprio schifo?

mercoledì 26 novembre 2008

Eluana (la libertà e la vita)

"Se non posso essere quello che sono adesso, preferisco morire."
Eluana Englaro aveva vent'anni quando ha pronunciato queste parole di fronte alla tragedia di un suo caro amico in coma. L'anno successivo, il 18 gennaio 1992, Eluana resta vittima di un gravissimo incidente stradale.
La rianimazione la strappa alla morte, ma le restituisce una vita "assolutamente priva di senso e dignità" e dal 1994 è in stato vegetativo permanente: stabile e senza alcuna variazione.
Quando si sono resi conto dell'irreversibilità della sua condizione, Beppino Englaro e la moglie si sono battuti perché venisse rispettata la volontà della figlia, sempre con discrezione e senza proclami, prendendo sulle proprie spalle il dolore di molti altri genitori che, come loro, una sorte avversa ha costretto a chiedere quello che mai un padre o una madre chiederebbero.
Da quando poi la Corte d'appello di Milano, il 9 luglio 2008, ha autorizzato il padre-tutore a disporre l'interruzione del trattamento di alimentazione artificiale, l'esplosione dei dibattiti e dei ricorsi ha trasformato la vicenda di Eluana in un caso mediatico senza precedenti.
Oggi, Beppino Englaro, insieme a Elena Nave, racconta con semplicità e passione la storia di questa lunga battaglia, facendo chiarezza sui miti pseudoscientifici utilizzati per disorientare l'opinione pubblica e spiegando una realtà che potrebbe cadere addosso a chiunque e che non può lasciare indifferente nessuno perché, come scrive il padre, “la cosa importante, davvero importante, è non avere contro se stessi, la propria ragione, la propria coscienza”
La grande tragedia che ha colpito la famiglia Englaro è veramente straziante.
Un particolare che non ho mai considerato è come in una situazione del genere, si debbano imparare termini medici e giuridici che normalmente non si usano, così all’immenso dolore, si aggiunge un grandissimo sforzo intellettuale ed economico, la vita diventa un vero inferno.
Purtroppo, proprio per il grande uso di un linguaggio troppo tecnico, non sono riuscito a portare a termine questo libro.

mercoledì 19 novembre 2008

STOP THE WHALES MASSACRE IN Fær Øer

Tutti gli animali diffidano dell’uomo, e non a torto: ma una volta sicuri che non gli si vuol nuocere, la loro fiducia diventa così assoluta che bisogna essere proprio un barbaro per abusarne.


Jean Jacques Rousseau

Stop the whales massacre!

... a volte è l'uomo la vera bestia.

sabato 15 novembre 2008

Caos calmo

Mi chiamo Pietro Paladini, ho quarantatré anni e sono vedovo. Per la legge quest’ultima affermazione non è corretta, perché io e Lara non eravamo sposati; ma poiché stavamo insieme da dodici anni, e vivevamo insieme da undici, e abbiamo fatto una figlia che ora ne ha dieci, e se questo non bastasse avevamo per l’appunto deciso di sposarci (“finalmente”, hanno detto in tanti), e avevamo già cominciato a ricevere i regali, e all’improvviso Lara è morta, e nel giorno in cui avrebbe dovuto essere celebrato il matrimonio c’è stato il suo funerale, la legge non è il punto di vista migliore per inquadrare questa faccenda.


Pietro Paladini, il protagonista di questo romanzo reagisce alla tragica scomparsa della sua compagna bizzarramente, passa le sue giornate fuori dalla scuola della figlia, dall’entrata all’uscita lui rimane lì, è convinto che così la Piccola Claudia riuscirà ad affrontare meno dolorosamente la tragedia. Involontariamente, diventa per molti una sorta di valvola di sfogo, così invece di elaborare il proprio dolore, si ritrova suo malgrado, ad assorbire i dolori e le paure altrui. Moltissimi insospettabili faranno capolino per sfogarsi; da suo fratello, un ricco e famoso stilista alla bellissima cognata, single e madre di due/tre figli, dal mega manager che potrebbe polverizzarlo in un secondo alla bella ragazza che porta ai giardinetti il cane.

sabato 8 novembre 2008

Passeggiando tra le moto

CLICK PER INGRANDIREInaspettatamente, oggi abbiamo deciso di andare all’EICMA.
Inaspettatamente perché avevamo deciso di andarci domani, poi la bella giornata di sole ci ha convinti a cambiare i piani. Mi aspettavo molta più gente, fortunatamente abbiamo trovato un piccolo muro umano solo in prossimità dello stand Lambretta dovuto ahimè… non alla motocicletta ma all’altrettanto famosa soubrette Valeria Marini.
È bello girare in una fiera del genere, ci sono moto fantastiche da poter vedere, toccare e naturalmente…sognare, c’è la possibilità di assistere agli spettacoli acrobatici degli stuntman.
Chiaramente, per motivi diciamo pure, di cuore lo stand che mi è piaciuto maggiormente è stato quello firmato
YAMAHA, si tratta però di un parere un pelino di parte.
Fortunatamente sono stato previdente e mi sono armato della mia fedele macchina fotografica digitale e con lei ho scattato molte foto,
queste sono solo alcune, quelle che più mi piacciono.
Ah, dimenticavo i gadget e i depliants, sono una costante di queste manifestazioni, belli, peccato che poi quasi tutti finiscono nel cestino della spazzatura, quindi si rivelano solo ed esclusivamente per ciò che rappresentano, ovvero, essendo prodotti pubblicitari valgono zero... non a caso vengono regalati.
Ragionando in termini ecologici, non sarebbe meglio evitare di distribuirli? Sicuramente sì, ma visto che si tratta di business, non c'è ecologia che tenga, purtroppo.

sabato 1 novembre 2008

La forbice

Qualcuno avrà votato chi ci governa o sbaglio?


È una delle frasi che da quando c’è questo governo mi trovo a ripetere, chiaramente se si parla di politica.


C’è stata una campagna elettorale, gestita dalla destra un po’ come se si trattasse di una televisione commerciale “tanta pubblicità che promette chissà cosa, ma in realtà dietro c’è la fregatura” mentre la sinistra doveva fondamentalmente pagare la staticità del governo precedente.

Questo è quello che chi governa in questo periodo sa fare bene anzi benissimo, tant’è che se non sbaglio questa è la quarta volta.

Però adesso, dopo pochi mesi, ci s’indigna per le leggi “personali” che se proprio vogliamo dirlo, questo governo le ha sempre fatte, ci si scandalizza per una “cordata salva Alitalia” che molto probabilmente salverà di tutto tranne i posti di lavoro, purtroppo, perché come sempre per una certa linea di pensiero, il lavoratore dipendente è uguale a zero, quindi, non è logico avere sulle proprie spalle tanti zeri, meglio in banca.

Le banche… che schifo, in Italia quante famiglie ogni anno precipitano nel vortice della povertà?


Ecchisenefotte, la banca è del mio caro amico che quest’estate era con me in Sardegna... e io credo nell'amicizia, per questo motivo, prima gli aiuti alle banche, poi...

Basta?
No, non basta.


Due parole, solo due sulla scuola.

Mi viene veramente da ridere, lo giuro, quando solo adesso vedo cortei, scontri, manifestazioni, tribune politiche, opinioni e opinionisti, buona parte degli italiani insomma, criticare questo governo per i tagli e in particolare i tagli alla scuola.

Amici, da sempre, per quel poco che ho capito, funziona più o meno così, sinistra = tasse, teoricamente dovrebbe sfavorire chi non paga le tasse o comunque chi non le paga naturalmente come un lavoratore dipendente “in regola” il quale chiaramente, non ha scelta, mentre, sempre per quel poco che penso di aver capito, destra = tagli, chi è penalizzato? Chiaro, sempre quelli di prima la cosiddetta classe medio/bassa, quella categoria di persone, che le tasse non riescono proprio ad evitarle, detto in parole povere quelle persone che vanno dal dentista dell’A.S.L. che non mandano i figli nelle scuole private, che non hanno l’elicottero, l’aereo o lo yacht, che alla fine del mese hanno, forse, pochi spiccioli, ma soprattutto hanno e avranno sempre la possibilità di non adagiarsi, di non invecchiare, hanno la fortuna di essere precari, quasi schiavi.



«Che palle che sei, dai, cerca di essere ottimista, questo governo, nonostante tutto, ti ha tolto l’I.C.I.»

Siiiiiiiiiiiii stupendooo, mi viene il vomitoo è più forte di meeee...

Spero di sbagliarmi, ma ho l'impressione che la forbice si stia allargando.