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giovedì 31 gennaio 2008

L'origine perduta

Mana huyarinqui lunthata Non senti ladro? Anatatäta chakxaña Hai giocato a togliere la sbarra dalla porta. Jutayañäta allintarapiña Chiamerai il beccamorto chhärma questa sera stessa.

Nel suo studio di Barcellona l’etnologo inglese Daniel Cornwall annota queste parole incomprensibili alternandole a frasi inquietanti che paiono contenere una maledizione. Poco più tardi la moglie Ona lo trova in stato di catalessi mentre, inginocchiato sul sofà e con lo sguardo vacuo, la implora di dargli sepoltura. Non riuscendo a farlo tornare in sé, la donna Io porta in ospedale dove riceve un’arcana diagnosi: agnosia e illusione di Cotard. Quest’ultima rara sindrome corrisponde ad un’incurabile alterazione cerebrale di origine misteriosa, paragonabile al danno provocato in un software da un baco.Terrorizzata, Ona avverte il fratello di Daniel, Arnau. I due sono l’uno l’opposto dell’altro: il primo serissimo studioso delle civiltà precolombiane e buon padre di famiglia, il secondo geniale imprenditore della new technology e spregiudicato hacker dedito a scorribande notturne nei cunicoli sotterranei della metropoli. Con il suo sesto senso Arnau intuisce che quella criptica maledizione rappresenta l’indizio da cui partire per salvare il fratello. Anche perché, negli ultimi tempi, Daniel stava proprio tentando di decifrare una lingua sconosciuta parlata dagli inca, l’aymara. Chiamati in aiuto i suoi due fedeli collaboratori (incalliti pirati informatici) Jabba e Proxi, Arnau si butta a capofitto a studiare la storia del Sudamerica scoprendo che l’aymara è il primo idioma mai usato dall’umanità, “lingua di Adamo” e insieme perfetto codice che sembra custodire verità ataviche. E che, come un qualsiasi software, si fonda su un principio binario. Ma per trovarne la chiave d’accesso occorre recarsi là dove era, e forse è ancora, diffusa: in Bolivia, fra le antiche rovine di Tiahuanaco, che costituiscono già di per sé un enigma. Indicato sulla cinquecentesca mappa di Piri Reis (altro enigma perché paradossalmente riproduce zone geografiche sconosciute all’epoca), questo sito archeologico è costellato di misteri: monumenti colossali impossibili da erigere, bassorilievi che paiono raffigurare creature extraterrestri... Per trovare la pista giusta fra le pieghe del tempo, il terzetto di investigatori dovrà tradurre messaggi in codice incisi nella pietra, sciogliere quesiti matematici per aprire varchi e botole, calcolare algoritmi e combinare le soluzioni, tutte prove che solo menti abituate a violare i domini protetti su Internet possono superare. Nel disperato tentativo di spezzare la maledizione aymara che si è abbattuta su Daniel... Siete pronti a viaggiare nel tempo? questo è il libro giusto.


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