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lunedì 29 novembre 2010

Il biglietto del tram

A volte mi capita di usare i mezzi pubblici per andare a lavorare, nello specifico il tram, mi trovo abbastanza bene, riesco a leggere e, anche se i mezzi che fanno la mia tratta sono antichi, devo ammettere che sono puliti, non mi devo preoccupare di traffico incidenti e multe, devo solo munirmi di biglietto e farmi portare a destinazione.
Utilizzando il tram quindi, riesco a non inquinare che di questi tempi non è poco, mi leggo un bel libro e non mi stresso.
I lati positivi sono molti, però, (ecco il solito però che rompe le uova nel paniere) la sensazione che provo ogni volta che salgo e timbro il mio biglietto è quella di commettere qualcosa di sbagliato, nel momento stesso in cui lo convalido, le teste dei miei futuri compagni di viaggio istintivamente si girano a guardare chi è il marziano che usa ancora timbrare, forse perché trovare una rivendita di biglietti senza dover percorrere chilometri e chilometri è una vera impresa o forse perché sul tram che prendo ci sono un conducente e un controllore, peccato che il controllore serve solo a comunicare al conducente quand’è il momento giusto per ripartire…due specchietti retrovisori forse potrebbero essere utili al conducente così il controllore potrebbe finalmente controllare chi usa il biglietto e chi no.
A
Praga, sono rimasto basito nel vedere come su tutti i mezzi pubblici, la gente del posto viaggia solo dopo aver convalidato il biglietto, non servono tornelli e controllori, è questione di educazione. A Londra invece, i controlli sono massicci ma anche i servizi e le attenzioni per chi viaggia, quindi pagare per essere portati a destinazione é normale. Cos’è che non funziona in Italia?
Io, fin quando riuscirò a trovare il biglietto, voglio illudermi di vivere in un paese normale.

lunedì 22 novembre 2010

Il taxista napoletano

Nel mese d’Agosto ho passato qualche giorno a Napoli.
Era la prima volta che ci andavo e devo essere sincero, ero pieno zeppo di tutti quei pregiudizi che molte persone hanno quando ne parlano, infatti, la soglia d’attenzione per i vari oggetti di valore come orologio, telefono, portafogli ecc.. era altissima.
La prima impressione arrivandoci in macchina ha fatto subito crollare un pregiudizio, il traffico intenso sì ma dal mio punto di vista meno caotico rispetto a quello milanese, poi per quel che mi riguarda, vedere tre o quattro persone su uno scooter è più divertente che scandaloso.
Una volta parcheggiata l’auto, i nostri giri in città li abbiamo fatti a piedi e con i mezzi pubblici e/o turistici.
Una sera abbiamo cenato in un ristorantino dentro i malfamatissimi quartieri spagnoli facendo molta attenzione a tutti i movimenti intorno a noi, ma non siamo stati scippati o derubati.
Non per essere critico a tutti i costi ma “ho girato e rigirato senza sapere dove andare ed ho cenato a prezzo fisso” ma non sono riuscito a trovare la famosa ‘monnezza, non ho fatto incidenti e non sono stato nemmeno scippato.
Fortunatamente proprio quando pensavo di aver sbagliato città, qualche conferma l’ho avuta dalla gente molto simpatica e cordiale, non tutti chiaro, ma molte delle persone con cui ho avuto a che fare, lo erano e un’altra cosa che mi ha confermato di essere a Napoli è stata la dieta a base di pizza, devo essere sincero una pizza così non l’avevo mai mangiata.
Dopo pochi giorni a Milano la televisione ricomincia a parlare di ‘monnezza, ed io mi domando se il taxista che ci ha detto che Agosto non è il mese più indicato per vedere Napoli perché non ci sono i napoletani, voleva dire qualcosa in particolare.
Io, grazie alla breve esperienza che ho avuto, adesso non ho più pregiudizi di nessun genere, anzi spero di poterci tornare al più presto.