IL VECCHIO BLOG DI ADRIANO Creative Commons License
                                        
         
www.flickr.com

domenica 22 giugno 2008

Vasco a nastro

E così anche questo è andato, non ho ancora finito di pagare le conseguenze di una nottata a dir poco allucinante, una notte che ha avuto la capacità devastante di rovinare un grande concerto. Partenza da casa ore 13,30 circa, all’appuntamento per le ore 14,00, il mio compagno di avventura non ritarda, tutto comincia nel migliore dei modi. Un ritardo iniziale, l’avrei sicuramente interpretato come un campanello d’allarme per ciò che ci sarebbe poi capitato, e invece no, niente messaggi, tutto bene. Il viaggio Milano Centrale/Venezia Mestre poi, è andato via liscio come l’olio, un bel treno, nuovo, veloce e incredibile, pulito e profumato… arriviamo a Mestre alle 17,18, puntualissimi. Il concerto di Vasco inizia alle 21,30. Che si fa? Ma sì, dai facciamoci una passeggiatina dalla stazione al parco San Giuliano «scusi signor poliziotto, quanto dista il parco?» «tre chilometri circa, da quella parte là, direzione casa verde» (… e una volta superata la casa verde?) una bella passeggiatina non c’è proprio niente da dire, Mestre è una città vivibile almeno in apparenza, molte biciclette, moltissimi pedoni, poche pochissime automobili, però mi è sembrata pure una città un po’ vecchiotta, c’erano tante compagnie di vecchietti e vecchiette e poche di ragazzi e ragazze, strana sensazione, sembrava una casa di riposo gigantesca. Più ci avvicinavamo al parco più i soggetti da sballo aumentavano, così come la birra nelle nostre vene. Prima di entrare, giro di routine tra le bancarelle di gadget e patacche varie, tutto chiaramente era venduto a dei prezzi che più che tra le bancarelle di un concerto sembrava di stare in via Monte Napoleone, T-shirt semplicissime a 30/35/40 euro, portachiavi 5/7 euro. A mattiii! per avere l’autorizzazione a vendere quelle cianfrusaglie, a quei prezzi, avete fatto un corso da infinocchiatore? Dai entriamo, aspetta facciamoci un’altra birra, poi cambiamo l’acqua ed’entriamo … no, entriamo l’acqua la cambiamo dentro. Porca zozza, sto parco è grandissimo, troppo forse. I bagni! Eccoli! Vaiii, una fila da Gardaland e...finalmente, l’uscita dai bagni ecologici è caratterizzata sempre dalla stessa espressione, disgusto misto a conati di vomito, erano forse un po’ pochini per la mole di gente? Boh! Altra birra? Si dai… tra una birra e un'altra, l’attesa è meno lunga del previsto, il concerto di Vasco, come sempre è un fiume di emozioni, non ho più voce. È passato velocissimo, proprio come il nostro treno d’andata. Ore 00,30, l’uscita è un’altra storia, migliaia di persone stanchissime si accalcano nelle poche navette che portano in stazione «anche se siamo a pezzi, ci facciamo anche il ritorno a piedi?» e così via, una nuova passeggiatina per Mestre, meno gradevole della precedente, ma piuttosto che autoinscatolarsi come le sardine… ore 2,15, un panino al kebab con birrettina annessa ci sta proprio. La signorina fuori dalla stazione che regala lattine di Red Bull ha le sembianze di un’oasi, ci saranno almeno trenta gradi, che in piena notte è tutto un dire. La stazione sembra un cimitero a cielo aperto, migliaia di corpi sdraiati a terra, il nostro treno è alle ore 3,11, ci porta a Bologna e poi da lì prenderemo la coincidenza per Milano, altro che treni speciali… ci sediamo anche noi a terra, ci ritroviamo immersi in un sonno profondo, ci svegliamo alle 4,30, è arrivato il nostro treno con più di un’ora di ritardo e scortato da poliziotti in tenuta anti sommossa, non immaginavo proprio di ritrovarmi nel pieno di una mezza guerriglia, cazzarola, stavo solo dormendo, a me svegliarmi nel pieno di una guerriglia, mi fa un pelino incazzare, ero solo andato a vedere un concerto e volevo solo tornare a casa, come tutte le altre persone che non sono riuscite a salire in treno… facciamo una fila per dirne due all’interfaccia delle F.S. vorremmo farci rimborsare il biglietto, ma capiamo subito che sarebbe una nuova incazzatura, e nemmeno l’ultima… il nostro nuovo treno parte alle 6,00 e va direttamente a Milano, restare seduti per terra, sui marciapiedi a guardare il nostro treno fermo per un’ora ci fa incazzare ancora di più. Ma non potevano farci salire? Per ammazzare il tempo cosa posso fare? Dormo ancora un po’, per terra naturalmente, e intanto la digestione del panino al kebab è ormai compromessa, sto male, miglioro solo dopo averlo rimesso. E così grazie all’ottima organizzazione delle F.S. ciò che era stata una festa per moltissimi, si è trasformata in un incubo per molti.
La prossima volta piuttosto che andare in treno, andrò in bicicletta a Mestre, a vedere un concerto, forse mi stancherò meno, sicuramente mi umilierò meno.
P.S. Lo striscione nella foto non era nostro, semplicemente era nei paraggi di dov'eravamo noi, mi piaceva l'idea di ricordarlo, anche perchè i ragazzi che lo hanno portato erano uno spasso.

Nessun commento:

Posta un commento