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lunedì 14 aprile 2008

Rigor mortis

Raccolsi il coltello da caccia con la mano sinistra e lo soppesai, poi lo passai nella mano destra per fare un confronto...

L'uomo era disteso nudo a faccia in giù nel bosco, la schiena screziata dal sole del Tennessee che filtrava tra gli alberi. inginocchiandomi accanto a lui, feci scorrere il pollice destro lungo la spina dorsale, cercando lo spazio tra la quarta e la quinta vertebra, proprio dietro i ventricoli del cuore. trovata la zona giusta, ci posai la punta del coltello da caccia, che lacerò la carne morbida. Poi mi chinai e cominciai a spingere. Ci volle più forza di quanto mi aspettassi e dovetti ricorrere a entrambe le mani, scaricandovi parte del mio peso corporeo...


Se si considera che questo è l'inizio, Rigor mortis, è senza ombra di dubbio un libro sconsigliato a chi si impressiona facilmente. Narra le indagini di Bill Brockton, un antropologo forense esperto su decomposizione e reazioni dei cadaveri nelle situazioni e negli ambienti più diversi, in particolar modo tutta la storia ruota attorno al ritrovamento del cadavere di una donna morta trent'anni prima ed in perfetto stato di mummificazione.
Quindi tra autopsie varie e incidenti paradossali provocati molto spesso dagli abitanti e dalle forze dell'ordine della Cookie County, un paesino arroccato sulle montagne del Tennessee, si giunge molto scorrevolmente ad un finale inaspettato.

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