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domenica 24 gennaio 2010

34 aspettando le viole

...non lo fare, non sei pronto, in passato forse riuscivi a farli tranquillamente, ma adesso come adesso rischi di farti del male.
Più o meno questo è quello che un'amico mi ha detto ieri sera davanti a una birra.
Domenica 24 gennaio ore 7,00, la sveglia mi ricorda che oggi dovrei alzarmi e affrontare il freddo polare per una passione che si è ripresentata dopo anni di latitanza.
La spengo, ma dopo pochi minuti eccola ancora, insiste, maledetta ho capito, ora mi alzo.
La colazione è quella del fruttivendolo, una banana, due clementine e un bicchiere di spremuta d'arancia.
Non alzo nessuna tapparella per non disturbare chi giustamente di domenica vuole dormire un po di più, indosso la mia bella tutina da runner mentre mi ritorna in mente...non lo fare, non sei pronto, in passato forse riuscivi a farli tranquillamente, ma adesso come adesso rischi di farti del male.
Come già detto non ho alzato le tapparelle e non idea di cosa troverò fuori, scendo in box, noo cavolo la macchina davanti è quella di mia moglie... vabbè la prendo lo stesso tanto dorme.
All'interno del box la temperatura segnalata dalla macchina è (1) un grado, niente male penso, non soffrirò molto.
Com'è che si dice? ah sì, le ultime parole famose... infatti dopo pochi minuti la macchina segna (-4) meno quattro gradi! Ma ormai siamo in ballo, quindi balliamo.
Parcheggio in un quartiere ostile agli estranei, dovunque campeggiano cartelli minacciosi che avvisano molto chiaramente che quasi dovunque è in vigore il divieto di sosta, io mi infilo sotto ad un gentile albero, la natura non vieta mai...purtroppo.
Arrivo al banchetto delle iscrizioni e con quattro euro ricevo in cambio un tagliando che mi autorizza a partecipare alla trentaquattresima marcia Aspettando le viole.
Mentre preparo il mio iPhone per monitorare il percorso che farò, mi si avvicina un collega runner che mi chiede se gli do una mano a sbrigliare le sue cuffie, mii sono tutte arrotolate e se non bastasse hanno in bella mostra del cerume, che schifoooooo, acconsento e mi muovo come nei film americani quando c'è una bomba pronta all'imminente esplosione e lo sfigato di turno deve decidere quale dei tre fili tagliare, intanto nella mente continua a girare...non lo fare, non sei pronto, in passato forse riuscivi a farli tranquillamente, ma adesso come adesso rischi di farti del male.
Ok, si parte, il freddo è veramente molto pungente.
Quando si corre, si corre..a volte mi viene chiesto cosa mi porta a soffrire il freddo, il caldo per non parlare poi di tutti i dolori muscolari, non ne ho la minima idea, amo correre e corro, punto, fa un freddo boia, ma la mia temperatura corporea dopo un paio di chilometri è già salita, vado via liscio come l'olio, il fiato c'è, il fisico pure, non mi ferma niente, ma...non lo fare, non sei pronto, in passato forse riuscivi a farli tranquillamente, ma adesso come adesso rischi di farti del male.
Il primo punto ristoro è più o meno all'ottavo chilometro, un goccio di thè con una fetta di pane
e marmellata e si riparte.
Accidenti forse sarebbe stato meglio non fermarmi a ristorarmi, ho i muscoli di legno, ma corro e corro e corro fino al chilometro sedici, ecco il mio amico/gufo aveva ragione, improvvisamente vengo colto da un crampo al piede destro, è talmente forte che sono costretto a continuare camminando anche se a volte riprovo a correre.
Niente da fare, i muscoli si sono raffreddati, non posso, non devo correre per non peggiorare ulteriormente la situazione.
Finalmente il traguardo, ho fatto (22) ventidue chilometri una parte di essi in una condizione precaria.
Spengo la musica irradiata dall'iPhone: Tracks/Tracks 2/Il mondo che vorrei di Vasco Rossi e mi reco all'ultimo ristoro, un bicchierozzo di vin brulé un panino alla mortadella qualche stuzzichino vario...
Finisco l'avventura con il ritiro del riconoscimento: un vaso contenente una pianta di...viole.
Nella mia mente mentre salgo in auto per tornare a casa mi risuonano ancora le parole del mio amico...non lo fare, non sei pronto, in passato forse riuscivi a farli tranquillamente, ma adesso come adesso rischi di farti del male, mi rendo conto che non aveva torto, finché non ritroverò nuovamente la forma migliore mi limiterò con i chilometri.

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